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Ma che cosa è davvero la Street Photography?

“Oh no, un altro che tenta di spiegare cosa diavolo è la street photography!”

In realtà no, non voglio aggiungere anche la mia personale definizione di questo genere fotografico, ve ne sono davvero tantissime recuperabili facilmente con un po’ di ricerca su Google. Ho solo scelto, fra le decine e decine di definizioni che ho letto in questi anni, quelle che sento maggiormente “mie”, le ho poi riunite in questo brevissimo articolo per comodità di fruizione.

Dal sito della Magnum Photos (https://www.magnumphotos.com/theory-and-practice/the-joy-of-seeing-magnum-street-photography/)

Non esiste una definizione di “fotografia di strada”: la parola “strada” è un eufemismo, in opposizione essenzialmente allo studio che l’ha preceduta, e in definitiva a qualsiasi tipo di cornice restrittiva: è una fotografia libera da regole. 

La fotografia di strada consiste nel trovare la bellezza nel mondano, nella vita di tutti i giorni, lontano dal fascino fattuale del giornalismo o dalla bellezza istantanea del pittorialismo. Come suggerisce Carolyn Drake: “Ogni fotografo dovrebbe definire cosa significa per lui ‘la strada’”. 

Ci sono ovviamente alcuni elementi che definiscono il genere. 

Primo, un luogo forte: il senso di un luogo. Leggendariamente, le strade di New York – Manhattan, Brooklyn, Harlem, Coney Island – sono piene di finzioni onnipresenti; e quelli di Parigi, Londra, Tokyo, L’Avana, Valparaiso… Ma “street” è davvero un nome in codice per qualsiasi spazio pubblico, una scena strana o familiare a disposizione di tutti, che permette ai fotografi di fotografare perfetti sconosciuti. A questo proposito, le metropolitane e i treni sono sempre stati i preferiti dei fotografi, dai ritratti della metropolitana di Walker Evans (1938-41) alla serie a colori Subway di Bruce Davidson negli anni ’80, catturando lo sguardo sempre stimolante dei passeggeri in transito.

Il secondo elemento caratterizzante è una presenza umana: corpi, volti, sagome, che appartengono quasi sempre a estranei (ad eccezione dell’ombra o del riflesso del fotografo negli autoritratti di strada). Se i fotografi Magnum tendono a concentrarsi sulla natura umana e sulla condizione umana, alcuni, come Ernst Haas, hanno trovato la bellezza della strada solo negli elementi grafici: un poster strappato, lavori di ferro sul pavimento. Anche gli animali sono soggetti molto ricchi e vivaci: mentre Elliott Erwitt è il più famoso dei “fotografi di animali di strada”, il cane disinvolto di Richard Kalvar è diventato una delle sue immagini più note, e “Llama in Times Square” di Inge Morath è una delle le fotografie più popolari negli archivi di Magnum.

Il terzo e ultimo elemento di definizione, forse il più cruciale, è l’idea di “caso”, e come usarlo: anticipare l’imprevisto. 

La fotografia di strada richiede il massimo livello di curiosità e apertura al mondo, una forte convinzione nella serendipità.

Dal sito del Collettivo iN – PUBLiC (https://in-public.com/street-photography/)

In generale, la Street Photography è una forma documentaria di Fotografia prodotta candidamente nel regno pubblico senza messa in scena o manipolazione.

Ma la Street Photography è molto più sfumata di quanto implichi questa descrizione fattuale, c’è una tradizione e un patrimonio che si è accumulato attorno alla Street Photography da quando i fotografi hanno iniziato a registrare la vita in luoghi pubblici e il suo sviluppo è strettamente allineato allo sviluppo della fotografia come mezzo e alla tecnologia in generale. Per molti la stessa frase è problematica, coniata da qualche ignoto commentatore decenni fa ci serve poco per descrivere la pratica effettiva di fare una registrazione fotografica della vita in luoghi pubblici che non includa solo la strada. Nel 2017 Nick Turpin ha suggerito la frase Candid Public Photography come un’ampia descrizione inclusiva che conteneva in modo più accurato la pratica.

Candido (aggettivo) Dal latino, candidus, puro, estemporaneo, senza posa, non provato.

Pubblico (aggettivo) Dal latino publicus, da populus, popolo. Capace di essere visto o conosciuto da tutti, aperto alla visione d’insieme.

Fotografia (Verbo) Dal greco phõtos, luce e graphein, disegnare, che insieme significano ‘disegnare con la luce’.

Utilizzando l’attrezzatura più semplice, la Street Photography enfatizza la visione unica del fotografo nell’osservare la vita di tutti i giorni, ogni Street Photography ci offre uno sguardo nella mente del fotografo, la sua intelligenza, il suo ingegno, il suo senso dell’ordine, le sue comprensioni culturali e sociali , le sue influenze e sensibilità visive.

La definizione di Street Photography non è però fissa, è qualcosa in continuo movimento e dibattuto dall’attuale generazione di image maker in risposta a nuove tecnologie come lo smartphone o sviluppi social come le piattaforme di condivisione di immagini tipo Instagram.

Alcuni sostengono che non dovrebbero esserci regole, mentre altri credono che se tutto è Street Photography, in realtà nulla lo è.

Per finire con una brevissima definizione di Eolo Perfido:

C’è qualcosa di unico nella Street Photography. E’ la forma fotografica che più di tutte permette di vivere e raccontare il quotidiano attraverso i volti della gente comune e i luoghi in apparenza più banali, con ironia, curiosità, impeto e a volte poesia.

Anche in strada è possibile realizzare un progetto, ad esempio questo: Bike in Town.

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